La nascita dell’istituzione famiglia si perde nella notte dei tempi ma – a nostro avviso – la sua inalterata fondamentalità si regge proprio sulla capacità di modificarsi, adattandosi creativamente e costruttivamente rispetto alla propria epoca e appartenenza storica, sociale, culturale. Segnata, nel bene e nel male, dalle trasformazioni del proprio tempo, è chiamata ancor oggi a interrogarsi sul suo essere fondamento di una società che viene a vario titolo definita “liquida” (Bauman), “del rischio” (Beck), dei “legami fragili” (Sennett).
Se pensiamo, con Donati, che «la famiglia è l’ordine relazionale della realtà, fatta di individui ma soprattutto di relazioni», pedagogicamente vale allora la pena tornare a riflettere sull’idea di «famiglia come sorgente di beni (e mali) relazionali per sé stessa e per la comunità». Senza dimenticare gli studi ormai classici degli anni Settanta, come quelli di Horkheimer e di Cooper, che avevano denunciato la “scomparsa” e la “morte” della famiglia ma, al contempo, capitalizzando la sua capacità di riuscire ad attraversare le perturbazioni della crisi mantenendo la sua pregnanza generativa, innanzitutto, di affetti, di emozioni, di sentimenti, di relazioni a loro volta fondamento di pensieri, di idee, di valori.

Pubblicato: 2022-07-16