La dimenticanza della vecchiaia. O sulla perdita di un bene comune
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Abstract
La vecchiaia svela le contraddizioni di una società che, se da una parte invoca la difesa del “bene comune” e la tutela dei diritti per tutti, dall’altra parte, finisce con l’amplificare forme di esclusione, marginalità, egoismo verso l’età più prossima al fine vita. Quello che andrebbe fatto emergere è invece il valore intrinseco (culturale, sociale, politico, collettivo e comunitario) della vecchiaia da scoprire e far scoprire come un ineguagliabile “bene comune”. Così cogliendo l’essenza pedagogica (formativa e trasformativa) di un prezioso patrimonio di umanità, esperienza e memoria che può farsi eredità da tramandare per tutte le generazioni. L’articolo riflette sui nessi di significato che la memoria intesse tra presente-passato-futuro (e dunque sulla trama di credenze, valori, norme, simboli che la vecchiaia intesse con le altre età della vita), ragionando sull’impegno pedagogico quale possibilità per attivare e rilanciare una transattività virtuosa tra vecchiaia-memoria-bene-comune.